Uomini dimenticati in prigione

In questo post voglio parlare sul tema degli uomini dimenticati in prigione,  e voglio prendere in riferimento la storia di Giuseppe d’Egitto, descritta nel libro della Genesi ai capitoli 40 e 41.  Voi sapete che le persone affrontano difficoltà nella vita che non hanno delle spiegazioni plausibili? immaginate voi Giuseppe d’Egitto, lui non era egiziano ma lo conosciamo come Giuseppe d’Egitto, questo è un nome molto comune che è appartenuto a uomini di tante generazioni.

Giuseppe fin dalla sua infanzia attirava su di sé tutte le critiche ed era mal visto. Giuseppe, quando ancora ragazzino, era stato messo prima in un pozzo e dopo venduto dai suoi fratelli. Camminò fino in Egitto affrontando il caldo e la sete del giorno ed il freddo della notte. Venduto già due volte, arriva in Egitto e riceve altre accuse e per una di queste false accuse finisce in prigione. Giuseppe, fu accusato di aver molestato la moglie del suo padrone. L’oro può essere messo nel fuoco, può essere battuto con un martello, si deforma ma rimane sempre oro. Giuseppe era oro, e se tu hai lo stesso carattere di Giuseppe lascia che ti perseguitano, lascia parlare male di te finché si stancheranno, a te non cambierà niente se tu sei oro.

In prigione Giuseppe fece tante amicizie e una volta il coppiere ed il panettiere del Faraone, anche loro in prigione, ebbero dei sogni che raccontarono a Giuseppe. Il panettiere sogna che portava tre canestri di pane in testa e gli uccelli mangiavano dentro ai canestri. Il coppiere, colui che serviva il vino al re, sognò tre tralci e che spremeva uva direttamente nella coppa del Faraone. Giuseppe interpretò quei sogni, dicendo al panettiere che tra tre giorni sarebbe morto, fu un messaggio duro e pesante dando il tempo a quell’uomo di pentirsi dai suoi peccati. E fu così che il panettiere morì. Giuseppe disse al coppiere che in tre giorni sarebbe uscito dalla prigione e sarebbe tornato a servire al suo re, e così fu. Giuseppe si raccomandò al coppiere di parlare al Faraone affinché potesse uscire di prigione ma quell’uomo si dimenticò. Molte volte si dimenticano i benefici ricevuti quando si torna alla normalità. Riceviamo aiuto da qualcuno ma quando stiamo bene dimentichiamo di chi ha sofferto come noi.

Un giorno anche il Faraone fece un sogno, e nessuno sapeva interpretarlo, sette vacche grasse e altre sette magre. Le grasse venivano divorate dalle magre. Poi sette spighe sottili che inghiottivano sette spighe grosse. Il Faraone ne fu disturbato e non seppe cosa fare. “Allora il capo dei coppieri parlò al faraone, dicendo: «Ricordo oggi le mie colpe” (Gen 41:9), è stato il primo pensiero che fece, perché ne ebbe bisogno. Si ricordò di Giuseppe e che lui poteva interpretare quel sogno. Allora il coppiere disse al Faraone che c’era un ebreo che avrebbe interpretato il sogno.  E fu così che Giuseppe fu invitato dal Faraone. Giuseppe fu ripulito e vestito per andare davanti al re d’Egitto. Quando il Faraone raccontò il suo sogno a Giuseppe, quest’ultimo gli disse che la risposta sarebbe venuta da Dio è non da lui stesso. Il significato del sogno erano sette anni di abbondanza che stavano venendo sull’Egitto, seguiti da sette anni di carestia. La fame era una cosa molto temuta, e immediatamente il Faraone riconobbe Giuseppe come uomo intelligente e saggio. Nella prigione fu dimenticato, suo padre lo pensava morto, i fratelli lo avevano venduto. Un uomo dimenticato da tutti ma lui era con Dio e Dio era con lui. Da quel momento Giuseppe ebbe una posizione in Egitto. Lui poteva cercare quel coppiere per domandargli perché lo lasciò dimenticando la sua causa, Giuseppe poteva rimandarlo in quel carcere, ma non lo fece, lui pensò al progresso. Da lì cominciò il suo lavoro, governando in terra straniera. C’è tanta gente che lotta per distruggere i servi del Signore ma senza risultati.

Le malvagità subite da Giuseppe possono succedere anche a te o a me, Dio ci ha chiamato allo stesso modo di Giuseppe e questo provoca grandi persecuzioni, sempre troveranno scuse per incolparci, ma se abbiamo la chiamata dal Signore, l’inferno può anche alzarsi contro di noi ma saremo vincitori. Molti uomini di Dio sono stati in prigione, come l’apostolo Paolo, ma anche le porte delle carceri cadono o si aprono per mezzo di angeli. A volte ci troviamo in situazioni difficili e abbiamo bisogno degli angeli per risolverle. Intanto tu non scoraggiarti, se tu oggi stai passando una persecuzione non preoccuparti. Mentre gli altri perdono il loro tempo a perseguitarti tu cerca il Signore, prega, leggi la Bibbia, dai lode a Dio ed insegna ad altri quello che hai imparato dal Signore. Il tuo giorno arriverà perché il Signore conosce l’intenzione del tuo cuore. In tutto quello che Giuseppe ha passato non ha mai perso la fiducia in Dio. Con quelle esperienze avute lui alla fine ha dimostrato di che materiale era fatto. Si dice che la bugia ha le gambe corte, la bugia è il buio dell’anima e la verità è la luce di Cristo. Non scoraggiati, non importa quanto sia grande la persecuzione, tu vincerai. Non importa quante menti oscure ci perseguiteranno, il sole della giustizia ci illuminerà. Ed in qualunque posto saremo,  avremo Dio dalla nostra parte.

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