Le donne cristiane ed il velo



È arrivato il momento di trattare, su questo blog, un argomento molto particolare per i credenti che io personalmente già ho una opinione ben precisa maturata già da tempo ma che ancora non avevo scritto. Si tratta dell’uso del velo per le donne durante le assemblee, argomento molto delicato che divide la chiesa nelle più svariate dottrine e motivazioni che purtroppo in alcuni casi ha portato anche a litigi e inasprimenti. Nel mio seguente post non voglio creare dissapori o sostenitori, ma desidero fare una analisi reale e pratica dell’argomento.

Vorrei subito esordire dicendo che le donne cristiane possono indossare un velo durante i culti se vogliono, ma la Bibbia non lo obbliga. Ogni donna può decidere in base alla propria coscienza e circostanza. C’è solo un passaggio sull’uso del velo nella Bibbia e nessuno va all’inferno per coprire o non coprire la testa. In 1 Corinzi 11: 3-16, Paolo sostiene che le donne dovrebbero coprirsi la testa quando pregano o profetizzano. Paragona la donna con la testa scoperta alla donna con la testa rasata e sostiene che sia gli uomini che le donne dovrebbero vestirsi in modo decente e onorevole.

A quel tempo Corinto era una città portuaria multietnica famosa per il gran numero di templi e divinità pagane, famosa per l’immoralità e corruzione. Grazie alla predicazione dell’apostolo Paolo, in quel luogo si formò una chiesa. Dopo di un tempo lo stesso Paolo volle scrivere una lettera di risposta alla chiesa di Corinto alle tante domande che li erano poste circa la decenza, la morale e la disciplina che un nato di nuovo doveva osservare durante il culto gradito a Dio. Queste questioni sono relative alla società e cultura di quell’epoca ma i principi valgono per tutte le epoche, anche per i cristiani di oggi.

Iniziando a fare un analisi di questi versi vediamo che la frase “il capo della donna è l’uomo” (3) non indica il controllo o la supremazia dell’uomo sulla donna, ma che da lui è stata creata, perché l’uomo è stato creato per primo. L’esistenza della donna deriva dall’uomo e l’uomo da Cristo e Cristo da Dio. Evidentemente Paolo stava correggendo alcuni eccessi nell’adorazione a cui la donna emancipata corinzia stava aderendo. Il principio dietro le parole di Paolo è la “sottomissione”, che è un elemento chiave per il buon funzionamento di qualsiasi attività, governo o famiglia. Dio ha ordinato la sottomissione in certe relazioni per evitare il caos. Questo, per la donna, non deve significare un grado di inferiorità, perché Dio ha creato tutte le persone a sua immagine, e tutte hanno valore uguale. La sottomissione consiste nel compromesso e nella cooperazione reciproca. In questo modo, Dio ordina la sottomissione tra coloro che sono uguali. Lui non ha fatto l’uomo per essere superiore; creò un modo per come il marito e la moglie lavorassero insieme. Gesù Cristo, sebbene uguale a Dio, il Padre, si è sottomesso a Lui per eseguire il piano di salvezza. Nella stessa maniera, sebbene uguale all’uomo, che è inferiore a Dio, la moglie deve sottomettersi al marito per causa del matrimonio e della famiglia. Questa sottomissione non è forzata ma per scelta propria.

e l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Perciò la donna deve, a causa degli angeli, avere sul capo un segno di autorità. D’altronde, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo senza la donna” (Vv. 9-11), Dio ha creato questa gerarchia perché il mondo funzionasse armoniosamente. Dio ha creato l’uomo e la donna con caratteristiche uniche e complementari, un sesso non è migliore dell’altro. Non bisogna usare l’autorità e la sottomissione per distruggere un matrimonio ma questi doni bisogna usarli unicamente per rafforzare il matrimonio e per glorificare Dio. La donna doveva usare qualcosa per coprire la testa come un segno che era sotto l’autorità del marito e questo deve essere chiaro anche agli angeli, che ci osservano e sono presenti nei culti.

“Non vi insegna la stessa natura che se l’uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore? Mentre se una donna porta la chioma, per lei è un onore; perché la chioma le è data come ornamento” (Vv. 14-15), quando parla di teste coperte e lunghezza dei capelli, Paolo si riferisce al fatto che i credenti devono avere un aspetto e un comportamento onorevole nella loro cultura. Sebbene sia disonorevole per gli uomini avere i capelli lunghi, ci sono culture in cui i capelli lunghi per gli uomini sono considerati appropriati e maschili. A Corinto, i capelli lunghi per gli uomini e i capelli corti per le donne erano segno di prostituzione. Paolo ha raccomandato che nella cultura corinzia le donne dovevano portare i capelli lunghi. Quindi per le nuove convertite che avevano i capelli corti sarebbe stato difficile riconoscerle tra le donne cristiane e quindi si consigliava portare un copricapo, che oggi è stato tradotto con la parola “velo”, finché non gli fossero cresciuti i capelli che è un ornamento onorevole per la donna. Paolo non ha affermato che dovremmo adottare tutte le pratiche della nostra cultura, ma che dovremmo evitare le apparenze e i comportamenti che sminuiscono il nostro obiettivo principale di essere testimoni di Gesù Cristo.

Oggi alcune assemblee o gruppi religiosi a prescindere se la donna abbia i capelli lunghi o corti, se ha marito o no, hanno deciso comunque di adottare l’uso del velo, nonostante ciò non bisognerebbe biasimarle a motivo di ciò che è scritto in 1 Corinzi 10:32. Quindi se una donna cristiana dovesse capitare in una di queste è bene anche rispettare le regole delle assemblee locali, per non essere motivo di offesa.

Domanda: Se una donna decorosa, secondo la Bibbia, deve avere i capelli lunghi perché le porta onore e bellezza, perché coprire la testa oscurandone la femminilità?

In conclusione e per essere più chiari i capelli lunghi femminili non sono paragonati a un velo o copricapo ma, dice Paolo, lo sostituiscono. Quindi ricordando che gli angeli ci osservano, cerchiamo almeno durante i culti di assumere atteggiamenti decorosi.

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