Come una meteora

Lettera al fratello “pastore” Lo Giudice.

Carissimo fratello Gianluca, la pace del nostro amato SIGNORE sia con noi e con tutto il suo Santo Spirito.

È già da qualche tempo che desideravo scriverti per condividere la gioia per averti incontrato sul mio cammino di fede. Quando ho pensato a te, ho pensato in un istante ad una “meteora”, forse perché questa da l’impressione di essere “di passaggio”. Nella mia vita tu sei stato di passaggio, forse ci siamo visti non più di quattro/cinque volte compresa l’ultima in quasi un anno.

Ricordo la prima volta che ci siamo visti, alla fine di un culto nella chiesa di Melfi, io avvicinandomi a te, mi hai stretto la mano dicendomi: “Pace, io sono il pastore di questa chiesa!”, a me ha fatto piacere perché le altre volte che avevo visitato la chiesa di Melfi, ogni volta c’era un predicatore diverso.

A te invece ha fatto piacere sapere che  io e mia moglie venivamo dalla vicina cittadina Rapolla, perché stavi pregando per un contatto a Rapolla per aprire una chiesa, figurati la gioia mia e di mia moglie, noi stavamo pregando per evangelizzare ed aprire un luogo di culto al SIGNORE a Rapolla perché in questa cittadina non c’era testimonianza di salvezza e come ci dice la mamma di mia moglie: “non può esistere una città senza chiesa, questo è un assurdità impensabile!”.

Veramente eravamo felici per questo incontro perché ora sapevamo che il SIGNORE ci stava ascoltando e sopratutto cominciavamo a capire perché eravamo finiti in questa piccola città.
La seconda volta che ci siamo visti, mi hai detto: “Ho chiamato il pastore Gustavo di Lago Patria, mi ha detto che hai una buona testimonianza e sei un bravo cristiano, ora però che sei qui ti iscrivo come membro di questa chiesa, ora sono io il (tuo) pastore!”.

Ricordo quando ti accompagnai a Matera per un culto in quella chiesa, è stato li forse il momento più intenso, ti ho raccontato di me e sentivo già che qualcosa di bello sarebbe nato. Decidemmo per Rapolla, io avevo messo la mia casa a disposizione per gli incontri di preghiera, un sabato al mese per cominciare, poi avremo trovato un locale di culto. Decisa la prima data eravamo entusiasti, ma tu quel sabato non venisti, delegando il fratello Franco, dopodiché non ci furono più incontri di preghiera a Rapolla.

Alla fine di un culto nella chiesa di Melfi, raccontasti delle tue difficoltà a gestire tutte le chiese che ti erano state affidate e se volevamo stare aperti la domenica ci doveva essere un cambiamento.
Affidasti a me e il fratello Michele la cura dei culti della chiesa di Melfi, non hai idea che gioia e allegrezza nel mio cuore. Pur conoscendo le difficoltà che sarei andato incontro glorificavo e ringraziavo Dio. L’ultima volta che ti ho visto, ad oggi che ti scrivo questa lettera, è stata la volta quando ci siamo riuniti tutti in chiesa per darti il saluto e dare il benvenuto al nuovo responsabile della chiesa che è il fratello Piero.

Spero che Dio riservi altri momenti per incontrarci di nuovo e ti auguro ogni bene per le nuove missioni che ti sono state affidate.
A me non resta che ringraziare il SIGNORE per come ha usato te per avermi dato l’ opportunità di predicare l’Evangelo, in questo tempo ho fatto una bellissima esperienza con il SIGNORE, io che non sapevo niente sono stato istruito dallo Spirito Santo, Gesù in tutto questo tempo è stato il mio “unico” Maestro, il mio “unico” sostegno e la mia “unica” guida, anche nei momenti di incertezze e difficoltà, non mi sono sentito mai solo, grazie a Dio.

Carissimo fratello Gianluca io prego il SIGNORE che ti benedica grandemente, io non so come tu quel giorno hai preso quella decisione così importante per me, sono certo che hai ascoltato lo Spirito di Dio e sicuramente era nelle sue volontà ed ha usato te e la piccola comunità di Melfi per farmi cominciare il mio ministero.

Che il SIGNORE possa riempirci di sapienza e discernimento e possa ungere ancora il nostro lavoro per la sua gloria e lode con tutta la sua potenza nei secoli dei secoli,
AMEN…

La pace sia con te.

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