Giobbe 16

Già fin d’ora, ecco, il mio Testimone è nel cielo, il mio Garante è nei luoghi altissimi. (Giobbe 16:19)

Lamentarsi davanti a Dio non ha nulla a che fare con l’esigere che Dio risponda ai nostri desideri , ma è rivendicare le promesse che Lui stesso ci ha fatto. Quando Giacobbe lottò con l’angelo del Signore, lui non stava rivendicando che prevalesse la sua volontà, ma era li nella condizione di chi disperatamente aveva bisogno del perdono di Dio. Tanto è vero che Dio ha chiesto quale fosse il suo nome. Nel rispondere Giacobbe diceva: io, il seduttore, l’imbroglione; ricordando tutto quello che è stato fatto di male per assicurarsi  la primogenitura. La vittoria di Giacobbe non è stata ottenuta con forza. La vittoria di Giacobbe è stata causata dal fatto di essere stato perdonato, lui stesso ascoltò dal proprio Dio che il suo nome non sarebbe stato più Giacobbe, ingannatore, ma Israele, il principe che lotta con Dio e prevale.

Giobbe stava lottando con Dio. Le sue forze erano già al limite; disprezzato da tutti coloro che lo vedevano; i suoi vestiti erano panni di sacco e le  ceneri coprivano il suo corpo; il suo volto era bruciato dalle lacrime. Qui abbiamo un’immagine di un uomo che ha sofferto dolore su dolore, e che parlava il linguaggio dell’afflizione. Mentre i suoi amici lo scarnivano, Giobbe piangeva davanti a Dio, in quanto loro, non avevano compassione per Giobbe, lui sapeva di non essere solo e che aveva un avvocato fedele, Dio.

Possiamo soffrire l’ingiustizia, la persecuzione e le prove in due modi, o con un sentimento di rivolta, o soffrendo ai piedi di Cristo e confidando nella giustizia che Lui ritiene essere dovuta. Anche se, per un equivoco, ha attribuito a Dio i suoi mali, lui non ha mostrato rivolta o pronunciato parole contro Dio.

Possano le nostre preghiere essere presentate davanti al Signore e che si presentino pure, confidando che la nostra causa non sarà giudicata dagli uomini, ma dall’Onnipotente. Poiché è scritto che l’opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno.

Dio onnipotente e misericordioso ti prego di darmi le parole giuste per quando mi rivolgo a Te, nei momenti difficili non voglio attribuirti nessun male e fa che qualsiasi sia l’esperienza che sto vivendo, posso io riconoscerla come una benedizione. Io prego nel nome di Gesù. Amen.

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