Il combattimento dell’apostolo

“Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede”. (2 Tim 4: 7)

Queste sono alcune delle ultime parole dell’apostolo Paolo al giovane compagno, Timoteo. Da una fredda e umida prigione di Roma in procinto di essere giustiziato, Paolo era sicuro che il suo tempo stava per scadere e presto sarebbe entrato nel regno celeste (2Tm 4:8). In questa occasione scrive a Timoteo una seconda lettera, un documento umano ispirato da Dio per preparare il giovane alle responsabilità del ministero e rafforzarlo per quello che sarebbe successo (2Tm 4:3).

Paolo è stato colui che ha perseguitato la chiesa prima di avere un vero incontro con Dio, predicò il vangelo per qui fu perseguitato e umiliato. Addestrò discepoli, formò le prime chiese. Fu arrestato e ucciso.

Come già detto da qualcuno, una valutazione umana potrebbe concludere che Paolo è stato un fallimento, perché ha concluso la sua vita da single, vecchio, espropriato, imprigionato e ucciso, ma Paolo è stato uno dei più grandi uomini che hanno scritto la storia cristiana. Nel dire addio, Paolo guarda indietro e arriva a tre conclusioni che possono essere parafrasate in questo modo: Ho combattuto; mi sono sforzato; la mia fede è ancora salda.

Ho combattuto il buon combattimento; Paolo è stato un soldato che ha combattuto coraggiosamente contro tutto ciò che a quel tempo feriva la parola di Dio. Ha anche combattuto per la diffusione del Vangelo. A causa di questo grande amore per l’opera di Dio, in molte occasioni fu perseguitato a rischio della vita, ma combatté fino alla fine usando le giuste armi (Ef 6:13-17).

ho finito la corsa; Paolo non ha abbandonato il suo cammino, ma è andato avanti. Nel mezzo di molti problemi, la tendenza umana è quella di disperare e lasciar perdere, ma i servi del Signore hanno la speranza benedetta, che è Gesù Cristo. Per questo motivo non cambiano direzione o battono ritirata, ma completano la corsa che è posta davanti a loro, proprio come l’apostolo, che ha proceduto con il giusto obiettivo e ha fissato gli occhi su Cristo. (Fil 3:12-14).

ho conservato la fede; La stessa fede che mostrò ai cristiani romani (Ro 8:18) fu mantenuta fino al suo ultimo giorno. Ha mantenuto la fede, la piena certezza di ciò che non aveva ancora visto, la ferma convinzione di eventi che non erano ancora accaduti (Eb 11:1). Oggi l’apostolo riposa con il Signore. La sua battaglia non fu invano (1Cor 15:58). Le sue parole sono di grande importanza per la chiesa, che deve essere attenta a queste.

Ci sono situazioni che militano in ogni momento contro la fede in Cristo Gesù, e quindi la chiesa deve essere ferma nella Parola di Dio in modo da non inciampare e deviare dal sentiero, mantenendo la fede.

“Uno che va alla guerra non s’immischia in faccende della vita civile, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato. Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole” (2 Timoteo 2:4-5).

Sono belle le parole dell’apostolo Paolo riportate nei versetti 7 e 8 del capitolo 4 della sua seconda lettera a Timoteo! “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione”. Alla fine, l’apostolo non vedeva l’ora di incontrare il Signore. Immagino la sua ansia perché per molti anni ha dedicato la sua salute, la mente, il cuore e ha letteralmente dato il suo sangue per il Vangelo. Paolo stava aspettando la sua corona e stava per riposare in un posto meraviglioso che Giovanni descrisse in Apocalisse; (Ap 21:1-4).

Molti cristiani oggi potrebbero dire allo stesso modo dell’apostolo Paolo. Gesù stesso avrebbe potuto usare queste parole, perché la sua vita è stata il più grande esempio di lotta, fede e vittoria, anche dopo la morte! Al posto dell’apostolo Paolo, quali saranno le nostre parole? Dato che non sappiamo il giorno in cui partiremo, saremmo preparati per un improvviso addio oggi?

Cerchiamo ora di riflettere su tutti gli aspetti della nostra vita: Combattiamo con le armi giuste? Serviamo il Signore sinceramente? Stiamo correndo nella direzione giusta? Siamo disposti a perdere le nostre vite in combattimento per Gesù Cristo, colui che è morto combattendo per la nostra salvezza?

All’occhio umano sembra che Paolo perse la vita per una causa inutile, ricevendo come ricompensa solo frustate e catene (At 16:22-23), umiliazione e bisogno (1Co 4:9-13). Senza dubbio, l’apostolo Paolo non ha perso la vita per qualcosa di banale, perché la sua storia è un esempio di amore, misericordia e di grazia di Dio per noi. Ha vissuto la chiamata che gli era stata posta (At 9:15-16), ha lasciato tutto alle spalle e ha fissato lo sguardo a Cristo (Fil 3:14). Per questo motivo, alla fine della sua vita, può dire con autorità le tre cose più belle che possono essere dette da un cristiano: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede”. Ha combattuto con onore contro tutto ciò che ferisce la Parola del Signore. Ha combattuto coraggiosamente la carne e ancora salvato feriti in battaglia dando loro una nuova opportunità di vita e vita eterna! Si sforzò di predicare il Vangelo, facendo molti discepoli. Corse con vigore per il premio della vocazione sovrana, mantenendo ferma la sua fede. Fu arrestato e picchiato ma in pace aspettò l’incontro con il Signore dei signori, il Re dei re. La sua conclusione in 2 Tim 4:7 è il risultato di una vita interamente dedicata al Signore.

E noi, siamo disposti?

Amen Dio ci benedica

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