La lavanda dei piedi

Stiamo vivendo in questi giorni il periodo della  pasqua cattolica, quella ebrea è passata da una settimana e la mia pasqua come tutti quelli come me la rinnovo ogni giorno, grazie a Dio, con ringraziamento e lode, per aver ricevuto il dono della salvezza e per essere stato liberato e messo da parte per Dio da questo mondo peccaminoso.  E proprio in proposito di questi giorni mi è stata posta una domanda inerente alla lavanda dei piedi che i cattolici hanno l’abitudine di fare il giovedì prima della domenica pasquale.

Mi è stato detto che è biblico ed io non ho contraddetto perché la lavanda dei piedi la incontriamo nel Nuovo Testamento leggendo Giovanni 13:1-17.

In questo passo Gesù dette l’esempio dell’ essere servo e ha dimostrato la sua attitudine a servire i suoi discepoli. Gesù si cinse con un asciugamano, come gli schiavi più umili usavano fare, e lavò e asciugò i piedi dei suoi discepoli. Se Lui, che era Dio incarnato, era disposto a servire, i suoi seguaci, noi dobbiamo essere servi disposti a lavorare in un modo che glorifica Dio.

Siete disposti a seguire l’esempio di Cristo? Chi può servire oggi?

Una benedizione speciale è riservata per coloro che non solo sono d’accordo che l’attitudine ad essere umile è parte degli insegnamenti di Cristo, ma anche seguire Gesù ed imitarlo nelle sue opere.

Gesù non ha lavato i piedi dei discepoli solo per essere gentile con questi. Il suo obiettivo principale era quello di estendere la sua missione sulla terra dopo la sua partenza. Questi uomini sono dovuti andare  in tutto il  mondo conosciuto per servire Dio, aiutandosi gli uni con gli altri ed allo stesso modo con tutte le persone il quale hanno predicato il messaggio della salvezza.

Lavare i piedi era un’usanza di benvenuto nelle case del popolo giudeo, tanto è vero che sempre nel Nuovo Testamento lo leggiamo in Luca 7:36-44.

Un episodio simile si è verificato più tardi durante il ministero di Gesù, (Matteo 26:6-13; Marco 14:3-9; Giov 12:1-11).

Anche se la donna non era un ospite, entrò nella casa e si inginocchiò ai piedi di Gesù. A quel tempo era un abitudine durante i pasti adagiarsi su divani lontano dal tavolo, e così fu facile per la donna ungere i piedi di Gesù senza avvicinarsi al tavolo. Simone, padrone di casa, sicuramente fece una scortesia al suo ospite non accogliendolo con i dovuti riguardi, al contrario la donna peccatrice omaggiò la persona di Gesù.

Matteo e Marco hanno scritto di questo evento prima dell’Ultima Cena, mentre Giovanni lo registra prima dell’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme. Nei tre Vangeli citati l’ordine cronologico di Giovanni è il più probabile. Dobbiamo ricordare però che lo scopo principale degli evangelisti era fornire accuratamente il messaggio di Gesù, e non la cronologia dei tempi. È possibile che Matteo e Marco hanno scelto di registrare l’evento in quest’ordine per contrastare la piena dedizione di Maria con il tradimento di Giuda, l’evento registrato subito dopo. Questa donna di nome Maria era sorella di Marta e Lazzaro che vivevano in Betania.

Maria utilizzò gli oli profumati contenuti nei vasi di alabastro, ed è per questo che causò l’indignazione dei discepoli, gesto che capirono dopo, tuttavia, nel Vangelo di Giovanni, parla specificamente di Giuda l’iscariota, per sottolineare il loro attaccamento al denaro. La frase:“Poiché i poveri li avete sempre con voi” citata in Giovanni 12:8, Gesù si riferisce alla prima parte del testo in Deuteronomio 15:11, al fine di sottolineare il sacrificio speciale che Maria aveva fatto per lui. Questo non significa che dovremmo ignorare la continuazione del versetto: ” … perciò io ti do questo comandamento e ti dico: apri generosamente la tua mano al fratello povero e bisognoso che è nel tuo paese”, ossia, dare priorità a Dio non giustifica ignorare i bisogni dei poveri. Le Scritture continuamente ci esortano a prendersi cura dei bisognosi.

Le usanze riguardanti l’ospitalità giudea le troviamo fin anche nell’Antico Testamento in Genesi 18:4, che recita testualmente così: “Lasciate che si porti un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e riposatevi sotto quest’albero”. Abramo era ansioso di mostrare ospitalità ai tre viaggiatori (Genesi 19:2). Nei giorni di Abramo, la reputazione di una persona era direttamente correlata alla sua ospitalità, l’atto di condividere il cibo e dare un riparo. L’usanza del lavarsi i piedi può essere anche dovuta al fatto che in quei tempi le strade erano polverose e spesso i viaggiatori attraversavano anche zone di deserto e quindi era facile sporcarsi i piedi di terra o sabbia.

Tornando all’insegnamento di Gesù abbiamo imparato che oggi la lavanda dei piedi è un atto di umiltà verso il prossimo, ma sopratutto è un esempio, ci sono mille e più modi per essere umile, aiutare e rispettare il nostro prossimo. Rievocandolo o no, non costituisce peccato. A noi però non serve dimostrare una volta l’anno o due che siamo buoni e bravi, il Vangelo è fatto di pratica non di teorie, se vogliamo essere bravi cristiani dovremmo tutti sforzarci ogni giorno per somigliare un po di più a Gesù Cristo. Umile e mansueto.

Dio ci benedica.

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